Le vite bruciate dei bambini delle township


Sono 20 i morti bruciati per l'incendio delle loro baracche, solo in questo fine settimana, solo nella provincia del Capo. E oltre 800 sono rimasti senza neppure quelle, senza i documenti, senza quei cumuli di povertà estrema. 
Quello che non hanno potuto - o voluto - diciassette anni di governo nero, né la fantomatica commissione creata per superare gli informal settlements, lo fa il fuoco: cancellare queste precarie e inumane shacks irregolari eppure istituzionalizzate dai collegamenti elettrici o nella conta per l'assegnazione del cesso pubblico. E poi dimenticate, con tutto quello che ci sta dentro e attorno. Tandeka, Xhosa, ha la mia età, e ha la forza di sorridere quando dice che "questo governo si è dimenticato il suo popolo e i valori per cui ha lottato Mandela". Tandeka per me è un oracolo, col suo sorriso di comprensione per una che non capisce l'ovvietà dell'ovvio. Dankie! Ndiyabulela

Quest'ultimo lungo week end di fiamme è iniziato venerdì, quando c'era il vento forte e incessante a dare una mano al fuoco a correre di baracca in baracca, sì e no 15 metri quadrati dentro quattro pareti di assi di legno inchiodate come in quelle scene assurde dei cartoni animati - quando ancora non sai che invece nella realtà ci vivono e muoiono bambini come te - e un tetto di alluminio che gocciola l'acqua quando piove,  si agita come posseduto dal demonio quando soffia il Cape Doctor, riscalda come all'inferno quando fa caldo ed è come se non ci fosse quando fuori è freddo. 



Di solito tra le vittime degli incendi a catena delle baracche attaccate l'una all'altra come non ci fosse spazio, in questo immenso Paese, ci sono tanti bambini: le mamme spesso ce li chiudono dentro con l'idea di evitare che finiscano in strada sotto qualche macchina mentre magari attraversano l'autostrada di corsa per andare a giocare a soccer nei campi pieni di pattumiera. O per non lasciarli in mano alle gang che organizzano minori in cerca di soldi e avventura. O nel tentativo disperato di proteggerli dalla violenza sessuale che dilaga come le fiamme alimentata da abuso di alcool e droghe a basso costo e di pessima qualità. Il 9 di agosto quattro bambini erano morti bruciati, a Khayalitsha: nella grande township di Cape Town nell'arco della settimana successiva persero la vita così altri 5 minori.  Altri tre fratellini, tre giorni prima, a Kagiso, due fratellini, cinque giorni dopo, a Butterworth. A settembre tre bambini erano stati uccisi dall'incendio a Kagiso, a ottobre due a Nyanga, a novembre tre vicino a Durban. Insomma, mi fermo perché s'è capito. Noi. 




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