Il mio Sudafrica\1 La coppia gay e le cinque bimbe adottate
Mi rendo conto che sono una famiglia quando sempre quello con gli occhiali a fondo di bottiglia tiene in braccio amorevolmente avvolta in un asciugamano la più piccola, che non avrà nemmeno due anni. Ha le gambine magre magre ma un testone di ricciolini raccolti a spruzzo e lui la coccola e la tiene calda mentre le altre, un po’ da sole e un po’ con il segaligno, continuano a correre dentro e fuori le onde discontinue della marea sempre più alta fino a mangiarsi, attorno a mezzogiorno, tutta la spiaggia di Fish Hoek, quella famosa per gli squali. L’ultimo lo hanno visto il primo di gennaio, non un gran record e oggi neanche l’ombra. L’unico inconveniente sono le onde sempre più lunghe e le raffiche di vento e sabbia che ti rendono impossibile la tintarella.
Quando
decidono di andarsene, organizzare la truppa non è facile: le bimbe sono
cinque, in scala con l’età. I due, come tutti i sudafricani veri, sono dotati
di sedie, ombrellone, frigorifero e tutto il resto dell’armamentario da picnic.
Assemblano gli oggetti dopo aver vestito le figlie che fanno avanti e indietro
calme calme con i loro abitini immancabilmente rosa e fucsia. La piccolina si
affaccia al tavolo, mi fissa e sorride: la saluto e saluta. Poi riprende avanti
e indietro, finché non son tutti pronti e lei si va a far mettere nel suo zaino
da spalla dal quale se ne va con tutta la famiglia salutando con la manina
quelli che capitano a tiro.
Intanto, a centinaia di
chilometri chi governa questo Paese celebra il centenario dell’Anc compiendo un
sacrifico di un toro per “gli antenati". E poco più in là, nientepopòdimeno che
il fondo monetario internazionale in visita a parlare di euro e di crisi
globale. E cosa c’entra il Sudafrica, mi verrebbe da dire se non avessi già
visto altrove la risposta sempre uguale…
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