Heathrow mon amour


L’aeroporto di Heathrow si rifà il trucco, titolano i giornali. Incredibile ma vero, sarà ancora più bello. O meglio, è il Terminal 2 per il quale è già partito un progetto da più di 2miliardo di sterline che porterà più passeggeri (20milioni all’anno) e sarà anche più bello. L’altra cosa incredibile, ma vera, è che i lavori non stanno rispettando la tabella di marcia, ma da quelle parti succede che sia perché stanno procedendo più velocemente e quindi il rinnovato terminal dovrebbe entrare in funzione in anticipo, nel 2014. Dal punto di vista tecnico, assomiglierà al Terminal 5, l’ultimo in ordine di tempo, dove sono state eliminate curve e altri inghippi tanto che sembra di essere sull’ottovolante, mentre si sta in coda uno dietro l’altro a vedere sfrecciare altri aerei attorno a te mentre anche tu inizia a prendere quota. 
La meraviglia del Terminal 5 poi sono i negozi, da quelli di abbigliamento – con l’odioso Burberry che però lì ha un senso – a Glorious Britain con tutte le sue cazzatelle annunciate dall’imponente Paddington Bear, un piccolo assaggio di cosa può essere l’ovvio e imperdibile Harrods  o del raffinato Smythson, le fornite librerie internazionali (con i giornali dal mondo tranne che dall’Italia) e certi straordinari ristoranti e barettini con le Soup, il pesce fresco, e i miei adorati sandwich di Pret A Manger. Tanto da giustificare una toccata e fuga di una giornata un po’ consumistica e frivola: il dramma è che poi si torna a Malpensa, tutta chiusa e incasinata, sporca e triste. 

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