General Motors risarcisce le vittime dell'apartheid
25 cittadini sudafricani che sono stati vittime della
polizia durante i governi dell’apartheid hanno vinto una class action contro la
General Motors e ottenuto un indennizzo di 1,5 milioni di dollari.
Cose che possono succedere solo nei Paesi di cultura anglosassone,
come appunto Stati Uniti, dove è stata emessa la sentenza, e Sudafrica.
Anche perché la Corte statunitense aveva dichiarato che per
le leggi americane quelle rivendicazioni era senza base. Invece GM ha “mostrato
grande lealtà negoziando senza pregiudizi”, ha commentato il Khulumani Support
Group, un movimento che si batte per il risarcimento per le vittime
dell’apartheid e che ritiene la cifra una “piccola cifra” ma significativa dal
punto di vista morale. “E’ stata la loro un’offerta generosa e siamo
riconoscenti per il meraviglioso gesto” ha aggiunto il direttore, la
direttrice, di Khulumani Majorie Jobson.
La richiesta avanzata a GM era motivata dal fatto che
l’azienda produceva parti dei veicoli usati dalla polizia durante i raid o le
ispezioni determinati dalle leggi volute dai bianchi del regime della
separazione.
Ora rimangono aperti altri casi simili intentati contro Ford,
IBM, Daimler AG e Rheinmetall. Ma toccherà a loro dunque decidere se seguire la
decisione di General Motors o attenersi a quello che dice loro la legge. Mentre
sono circa 60mila le persone per le quali viene richiesto un indennizzo.
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