L'inno dell'Apartheid alle (pre) Olimpiadi di Londra




Il vecchio inno dell’Apartheid è riecheggiato sul campo di Hockey di Londra, in apertura del match femminile pre Olimpiadi Sudafrica-Gran Bretagna finito poi con la vittoria della squadra verde oro.
Non poteva accadere di peggio nel Paese che più di tutti si era esposto contro i regimi separazionisti e a sostegno dell’ANC di Nelson Mandela: e poiché non poteva accadere di peggio, il fatto avvenuto martedì è stato taciuto fino a poche ore fa, quando è stato chiesto scusa senza se e senza ma da Londra e il caso è esploso sui media sudafricani. La Great Britain Hockey, che ha organizzato la London Cup, ha presentato una formale richiesta di scuse per il grave fatto e ha attribuito la colpa dell’errore – senza scaricare la propria quota – al contractor responsabile della presentazione dell’evento.  In perfetto stile assertivo, la GBH ha annunciato che il corretto inno verrà suonato in ciascuno dei prossimi incontri.
Anche la Federazione Internazionale di Hockey ora dovrà rispondere di come sia potuto accade: nessun controllo è stato fatto da nessun livello? 

L’Ad della SA Hockey Associatione, Marissa Langeni, ha denunciato di essere rimasta così scioccata da non essere riuscita a guardare il resto della partita partita. Le ragazze sul campo erano smarrite e incredule e incapaci di decidere cosa fare, mentre suonavano le note di Die Stem (The Call) anziché la nota Nkosi Sikelel’ iAfrika, l’inno nazionale ufficiale dal 1994. 

Qui un bellissimo e significativo spot che spiega il valore unificante dell'inno attuale. 


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