Satira politica su ali di pollo
Razzista, un minuto di spot razzista: con questa motivazione,
la SABC, tv pubblica sudafricana, ha bloccato la messa in onda del nuovo video
della catena di fast food Nando’s, il gigante nazionale specializzato
soprattutto in piatti a base del popolarissimo pollo. Nel frattempo su internet
la nuova contestata pubblicità è stata vista da 85mila persone solo nei primi due
giorni, 242mila e poco più fino ad oggi.
Non è la prima volta che il Re del Pollo fa parlare di sé
per le strategie di comunicazione sopra le righe, modello Oliviero Toscani: “Mentre
Nando’s continua a crogiolarsi nel suo filone irritante e provocatorio alla
United Colors of Benetton, gli esperti criticano le televisioni nazionali di
avere ristretti orizzonti”, scrive Channel24 sul proprio sito dove riporta vari
commenti che bollano come ridicola la decisione di SABC. Ma la questione non è
tanto tecnica, bensì politica, come spesso accade con gli spot di Nando’s.
Quest’ultimo - prodotto per il lancio di due nuovi menù invernali
- s’intitola “Diversity” e mostra una carrellata di “stranieri”, che mentre vivono
normalmente la loro giornata sudafricana svaniscono in una nuvola di fumo:
succede a quelli che entrano furtivamente dalle frontiere bucate e a quelli in
coda per il permesso di soggiorno con i vestiti tipici dei rispetti paesi
d’origine, compresi due ganesi in canottiera e calzoncini che si allenano
correndo sul posto; alla coppietta di “europei” nella loro macchina di lusso e
al nigeriano che li sta per derubare, ai cinesi che scaricano merci low cost e
ovviamente al bianco Afrikaners che si trasforma in una nuvola sotto lo sguardo
stupito del suo immancabile cane da guardia di razza Boerboel, fino a 80 chili
di mastiff con gli occhi da leone. Unici a non svaporare sono i Khoisan, i
primi abitanti del Sudafrica. Una sfilata di luoghi comuni che più di così non
si può, estremizzati nelle loro quotidiane manifestazioni sotto traccia: per i
dirigenti di Nando’s “l’intenzione non è evidentemente quella di offendere o
disprezzare nessun individuo Né alcuna cultura, ma di inspirare il dialogo,
sollecitare comprensione e incoraggiare i sudafricani a guardare criticamente a
queste importanti tematiche”. Ché ce n’è bisogno, nel nuovo Sudafrica, aperto ai
capitali stranieri e alla manodopera d’oltre confine disposta a tutto, e chi ha
più voce degli altri pronto a soffiare sul fuoco delle diversità, con toni ben
più pericolosi della ficcante ironia di Nando’s.
Che da tempo è abituato ad affrontare le critiche a ogni suo
ficcante, cattivissimo spot, come quello divertente e ben fatto, sull’”Ultimo
dittatore”, il vicino di casa sudafricano, Robert Mugabe, il dittatore del
sempre più povero Zimbabwe. Pochi concentrati secondi più efficaci di dotti
editoriali o varie disattese risoluzioni internazionali.
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