L'ultimatum, la trattativa, il rialzo: a Marikana i minatori non cedono
In un luogo segreto il management della Lonmin sta in queste ore incontrando i rappresentanti dei lavoratori in sciopero di Marikana: non si sa chi non si sa dove, dopo che il posto inizialmente indicato - la Chiesa Luterana di Wonderkop - è stato annullato per ragioni di sicurezza.
La multinazionale del platino ha fatto una serie di passi indietro, con il rinvio dell'ultimatum, il ritiro della minaccia di licenziamento per chi non fosse tornato a lavoro oggi e infine il proposito di non discutere le richieste dei minatori se non dopo il ritorno a pieno regime. Stupiti della reazione del ministro della polizia - che aveva categoricamente escluso alcun ultimatum nella settimana di lutto nazionale proclamata dal presidente Zuma - gl'inglesi del Guardian - Lonmin ha sede e capitale londinese - aveva in giornata titolato "Il Sudafrica dice alla Lonmin di ritirare le minacce di licenziamento dei lavoratori in sciopero". Stasera il quotidiano british fa sapere che il terzo produttore mondiale di platino si vede costretto ad andare "col cappello in mano presso le banche ad ammettere che non sarà in grado di rispettare gli impegni presi, a causa degli scioperi finiti con l'uccisione di 34 minatori". Gli accordi con gli istituti di credito prevedono che Lonmin, altamente indebitata, contenga il debito netto entro quattro volte i profitti: un risultato difficile da raggiungere e ora a maggior ragione con il blocco delle estrazioni. Lonmin ha fatto sapere che quella con le banche è stata una "discussione costruttiva".
Nel frattempo sono state identificate 33 delle 34 vittime di giovedì scorso: sono stati uccisi dai proiettili della polizia. Inizialmente era stato assicurato che gli agenti erano equipaggiati con pallettoni di plastica. Chi ha autorizzato gli esplosivi, invece? La domanda è stata sollevata oggi durante la seduta speciale del Parlamento. La risposta sembra scontata ma è stato chiesto di fare chiarezza.
Il bagno di sangue che ha scioccato il Sudafrica e tutto il mondo è finito anche in tempo reale su Wikipedia. Compreso i riferimenti agli incredibili rialzi massimi del platino, caduto invece in disgrazia nei due mesi precedenti gli scontri mortali.
La multinazionale del platino ha fatto una serie di passi indietro, con il rinvio dell'ultimatum, il ritiro della minaccia di licenziamento per chi non fosse tornato a lavoro oggi e infine il proposito di non discutere le richieste dei minatori se non dopo il ritorno a pieno regime. Stupiti della reazione del ministro della polizia - che aveva categoricamente escluso alcun ultimatum nella settimana di lutto nazionale proclamata dal presidente Zuma - gl'inglesi del Guardian - Lonmin ha sede e capitale londinese - aveva in giornata titolato "Il Sudafrica dice alla Lonmin di ritirare le minacce di licenziamento dei lavoratori in sciopero". Stasera il quotidiano british fa sapere che il terzo produttore mondiale di platino si vede costretto ad andare "col cappello in mano presso le banche ad ammettere che non sarà in grado di rispettare gli impegni presi, a causa degli scioperi finiti con l'uccisione di 34 minatori". Gli accordi con gli istituti di credito prevedono che Lonmin, altamente indebitata, contenga il debito netto entro quattro volte i profitti: un risultato difficile da raggiungere e ora a maggior ragione con il blocco delle estrazioni. Lonmin ha fatto sapere che quella con le banche è stata una "discussione costruttiva".
Nel frattempo sono state identificate 33 delle 34 vittime di giovedì scorso: sono stati uccisi dai proiettili della polizia. Inizialmente era stato assicurato che gli agenti erano equipaggiati con pallettoni di plastica. Chi ha autorizzato gli esplosivi, invece? La domanda è stata sollevata oggi durante la seduta speciale del Parlamento. La risposta sembra scontata ma è stato chiesto di fare chiarezza.
Il bagno di sangue che ha scioccato il Sudafrica e tutto il mondo è finito anche in tempo reale su Wikipedia. Compreso i riferimenti agli incredibili rialzi massimi del platino, caduto invece in disgrazia nei due mesi precedenti gli scontri mortali.
Commenti
Posta un commento