La confusione regna sotto il cielo sudafricano: minatori non più accusati di omicidio




Il ritiro dell’incredibile accusa di omicidio e l’annuncio dell’imminente rilascio dei 270 minatori incarcerati: in questa domenica di funerali i lavoratori della Lonmin segnano altre due indiscutibili vittorie, dopo l’uccisione di 42 loro colleghi. L’altro punto a favore dei manifestanti è stata l’apertura di un finora insperato tavolo di concertazione tra la rigida multinazionale del platino e i sindacati divisi al loro interno.
“L’imputazione di omicidio è stata ritirata temporaneamente, in attesa che si concludano le indagini”, ha spiegato oggi la Procura nazionale da giovedì sotto attacco dei partiti dell’opposizione, dei sindacati e di insigni giuristi. Ieri alcuni di loro avevano scritto una lettera aperta al Presidente Jacob Zuma per chiederne un intervento.
A carico dei 270 minatori ancora in galera rimane dunque le contestazioni di violenza pubblica: al momento della strage, brandivano lance e machete. Domani alcune delle loro posizioni verranno esaminate ed entro il 12 settembre dovrebbero essere tutti rilasciati in libertà condizionale: non appena i loro indirizzi saranno accertati e le cauzioni pagate.
Il sindacato dei Metal Workers ha invece oggi chiesto la sospensione dai loro incarichi dei poliziotti individuati come responsabili del massacro di Marikana: per ora sono liberi e al loro posto. Tra le critiche generali.
Mercoledì è previsto il prossimo incontro per trovare una pacifica via d’uscita con l’accoglimento di alcune delle richieste dei lavoratori: il tavolo sindacati-lonmin-ministro del lavoro era stato sospeso settimana scorsa in attesa di una consultazione dei diretti interessati sulle soluzioni possibili. 

(radio svizzera,  gr 18.30, 2 settembre 2012)

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