Minatori, Ministri e businessmen: il fattore Anyone But Zuma
Dopo Marikana [Merichein, nella pronuncia inglese interpretata anche dal Presidente sudafricano, Marikana in Tswana] c'è un altro granello di Sudafrica destinato a diventare velocemente famoso: Mangaung, "il luogo dei ghepardi". Lì, nella Provincia del Free State, a dicembre si terrà il Congresso dell'Anc, dove si faranno i conti nel partito che fu di Mandela e che proprio quest'anno ha festeggiato i 100 anni dalla fondazione.
Quello che sta succedendo delle miniere sudafricane - con il contagio a catena delle proteste tra i mineworkers, comprese le fiammate come alla Gold Fields dove i lavoratori con lo sciopero hanno manifestato contro i sindacati e dove è guarda caso previsto per oggi l'arrivo di Julius Malema - non ha poco a che fare con la guerra dichiarata al Presidente Jacob Zuma dall'interno dell'African National Congress. Aumenta di giorno in giorno la folla di critici che non usano mezzi termini per motivare il loro no a secondo mandato del terzo presidente eletto dalla fine dell'Apartheid: "C'è bisogno di una leadership che abbia il coraggio e la statura morale per azzerare la corruzione" ha sentenziato Pallo Jordan, ex più volte Ministro, figlio di uno scrittore di rilievo, professore e uomo di spicco dell'Anc. Una fronda pochi giorni fa si è addirittura riunita a Jo'burg, nello sfavillante lussuosissimo quartiere di Sandton, per definire il ticket anti-Zuma: Kgalema Motlanthe - Tokyo Sexwale. Motlanthe è stato presidente incaricato tra le dimissioni di Thabo Mbeki e l'elezione di Zuma al quale è sempre stato molto vicino e del quale ora è vice: uomo di equilibrio, è stato rinchiuso dieci anni nel carcere di massima sicurezza di Robben Island fra il 1977 e il 1987, ha ricoperto la carica di Presidente del sindacato dei minatori NUM (National Union of Mineworkers). Suo padre era un impiegato della Anglo-American, sua madre un'operaia tessile. Anche Tokyo Sexwale è stato a Robben Island, dopo essere stato in Russia e essersi laureato in Gran Bretagna, e fa parte dell'attuale esecutivo, come Ministro degli human settlements, insomma colui che si dovrebbe occupare dello sterminato fabbisogno abitativo, dei servizi essenziali nelle distese di abitazioni formali e informali. Anche Sexwale c'entra qualcosa con il tema dei minatori, essendo lui il Presidente indiscusso della sua compagnia di estrazioni diamantifere, la Mvelaphanda holdings, la terza del paese, oltre che di altre società con interessi in tutta l'Africa, petrolio compreso. Al centro di tante critiche, soprattutto legate ai suoi business, Sexwale potrebbe questa volta riuscire anche in questa impresa che lo vede impegnato da anni, di scalare le vette del partito. Il motivo, dicono le lingue velenose, è e sarà solo uno: l'ABZ, Anyone But Zuma. E' una vera e propria campagna che vede tra i più scatenati Bheki Cele, ex capo della polizia defenestrato da Zuma per accuse di tangenti: Cele potrebbe rubare la scena non solo all'attuale presidente ma anche a Motlanthe, sbancando in una delle regioni chiavi, il KwaZulu Natal. Proprio qui, a Umhalanga, nel week end si sono invece riuniti Zuma. Cosa farà l'ex ma popolare presidente della lega giovanile dell'Anc, Julius Malema, ancora è impossibile da dirsi definitivamente: anche per lui vale l'ABZ ma proprio ieri ha silurato il suo sodale Tokyo Sexwale.
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