Miniere e Sudafrica rischiano tutto: la deriva demagogica montante
Tra oggi e domani ci saranno i funerali di 26 dei 34
minatori uccisi dalla polizia: 18 autobus e 17 taxi collettivi sono stati
allestiti per i familiari.
La tensione si è fatta più pericolosa dopo che giovedì la
Procura ha accusato i 270 manifestati arrestati dopo il bagno di sangue di aver
concorso all’omicidio dei loro colleghi.
“Non c’è dubbio che la decisione ha provocato shock, panico
e confuzione nella comunità di lavoratori e in tutto il Sudafrica” ha detto il
Ministro della giustizia, Jeff Radebe, nel chiedere una spiegazione alla
pubblica accusa per questo atto non dovuto. Ma anzi, pericoloso. Pericoloso
perché mentre i minatori sono in galera, i poliziotti sono a piede libero: da
settimane se ne chiede inutilmente l’arresto. Pericoloso perché quel reato
viene configurato da leggi dell’Apartheid, tutt’ora in vigore.
A preoccupare Zuma e i suoi ministri è ora anche il serio
rischio di perdere completamente di mano la situazione, più di quanto non sia
già.
Sulla scena imperversa infatti il populista Julius Malema,
che dopo essere stato espulso dalla Presidenza della lega giovanile dell’Anc,
ha iniziato a cavalcare lo scontento delle masse di lavoratori nei confronti
del Governo. Lui è arrivato subito dopo la strage a Marikana; lui è stato
invitato giovedì alla miniera d’oro dell’Aurora dove i lavoratori sono stati
decimati e dove da quattro anni quelli che sono rimasti non vengono pagati:
dopo il passaggio di Malema, oggi
all’Aurora è stato annunciato lo sciopero duro.
In un clima di scontento sempre più forte nei confronti di Zuma e sempre
più a rischio di una deriva demagogica mai avvenuta nella Rainbow Nation
costruita da Nelson Mandela.(gr radio svizzera, 1 settembre, 12.30)
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