Ancora Zuma e la guerra dei vice



Chiama all’unità nel partito, esorta i delegati che lo hanno votato e quelli no a cantare in coro la canzone della sua rielezione: prima insperata e poi diventata sicura con una campagna elettorale senza freni in cui anche i contrari si sono ricreduti: Jacob Zuma festeggia a pieni denti, ma il 53imo congresso dell’African National Congress ancor più che per la sua vittoria sarà ricordato per la pesante sconfitta del vicepresidente uscente, Kalema Mothlante, uno dei politici meglio preparati e più affidabili del Sudafrica. Ora su di lui, e sulla sua corrente “La forza del cambiamento”, gli oltre 2mila voti in meno del pur poco amato Jacob Zuma sono un macigno. Ma anche Zuma non ha da stare tranquillo: ha preso meno voti del suo nuovo vice, Cyril Ramaphosa, 60 anni, una storica figura di primo piano nell’Anc, fondatore del EN IU EM, il principale sindacato dei minatori, e oggi uno dei più importanti uomini d’affari del Sudafrica, con quote anche nel boards della Lonmin, la multinazionale delle miniere di Marikana, quelle della strage di agosto. Vista la messe di voti, già si parla di lui come del possibile candidato per le elezioni del 2014, anziché Jacob Zuma. Il partito è in calo, i sudafricani non lo amano: troppo ricco e sfacciato, con le sue 4 mogli e la pletora di figli a spese dei contribuenti, il lungo elenco di casi di sperperi e corruzione in cui è coinvolto, all’ultimo scandalo ancora in corso della sua reggia di Nkandla, secondo l’accusa costata di ristrutturazione 250milioni di rand. Anche l’arcivescovo Desmond Tutu l’ha più volte accusato di impoverire ulteriormente i poveri. Tra i benefattori del Presidente ci sarebbe stato anche Nelson Mandela, ora ricoverato da 10 giorni in ospedale, con le informazioni filtrate e contraddittorie monopolizzate dallo staff di Zuma: che al congresso non ha potuto evitare di evocarlo, chiedendo i voti in nome del leader della lotta all’apartheid. 

(rg radio svizzera italiana, 18.30 18 dicembre 2012)

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