La menzogna sul ricovero di Mandela
E' ormai sette giorni che Nelson Mandela si trova in ospedale. E si scopre che l'uomo simbolo della lotta all'Apartheid - e per questo premio Nobel per la Pace e per questo primo Presidente della nuova era democratica del Sudafrica - non è ricoverato laddove si pensava e cioè l'Ospedale militare di Pretoria. Lì ci sono i giornalisti assiepati e da ieri anche i soldati per tenerli calmi e a bada. Ma proprio ieri è emerso che Madiba non sarebbe lì, ma in un altro nosocomio. Sempre a Pretoria ma un altro. Quale? La Presidenza della Repubblica, che ha centralizzato tutte le comunicazioni sulla salute di Mandela, non lo dice. Top secret. Perché?
Le condizioni di salute di Mandela sono un affare di Stato. Lo dimostrano i militari, il monopolio delle informazioni lasciate uscire col contagocce, il segreto su un dettaglio non sensibile ma che i sudafricani - e il mondo - hanno diritto di sapere: dove è ricoverato Nelson Mandela?
Il bollettino medico come sempre diffuso dall'ufficio del portavoce del Presidente, Jacob Zuma, dice intanto che Mandela sta meglio: risponde alle cure. Ma non si sa dove queste cure gli siano somministrate.
Come non si sa cosa sia successo ieri, quando tre auto nere scortate dalla polizia sono entrate nell'area del One Military Hospital per poi uscire qualche ora dopo con un veicolo in più al seguito, un'ambulanza militare (nera) con una targa gialla.
Domani, sabato, inizia il tanto atteso congresso dell'Anc, quello che, nonostante le lotte intestine nel partito, vedrà la riconsacrazione di Zuma alla presidenza del partito e del Paese.
Domenica, il 16, è invece la festa nazionale più importante del Sudafrica, quella della Riconciliazione. La Riconciliazione è stato un processo unico al mondo, nel continente africano e nel resto del pianeta, che ha evitato la guerra civile, che ha evitato che le ricchezze - culturali ed economiche - del Sudafrica non andassero in fumo per il sacro fuoco della vendetta.
"Madiba guarisci e non ti curare di quello che succede a questo Paese" è l'augurio che chi vive nelle township fa a Mandela "di cui abbiamo ancora tanto bisogno". Ma Madiba è ormai due anni che non compare in pubblico, che non parla, non dice. Che sta chiuso nella sua casa di Qunu o a Johannesburg o in qualche ospedale. Segregato e lontano dalla sua gente dimenticata da chi oggi, e domani, oserà dirsi suo erede.
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