Caffè amaro: le shack e il capitalismo solare



All'Università di Stellenbosch - come in tutto il sistema di istruzione improntato sul cosiddetto modello anglosassone - la ricerca si fa sul serio: i giovani aspiranti docenti universitari non passano le giornate a far lezione in vece del cattedrato, né a scrivergli libri e interventi e tutta la gamma di possibili impieghi del povero galoppino italiano. No, per "qualificarti" devi fare ricerca, devi inventare scoprire costruire qualcosa di utile per la collettività. E il più delle volte questa "ricerca" incontra il mondo reale, addirittura il capitale. Il capitalismo che fa opere di bene non mi convince fino in fondo. Anzi.

L'ultima "scoperta" di un gruppo di ricercatori è arrivata perfino al "cuore" della Bill and Melinda Gates Foundation che ha finanziato le prime cento iShack, cioè baracche sulla falsariga di quelle abusive e disperate in cui abitano milioni di poveri - sia qui che nel resto del mondo: la differenza è che sono dotate di una tecnologia che garantisce acqua pulita ed elettricità grazie all'impiego del solare. L'energia prodotta ha la potenza per tenere accese le tre luci interne, la ricarica del cellulare (diventato ormai bene primario) e una luce di sicurezza esterna (una precauzione di sicurezza non indifferente). Il comunicato recita così, chissà se si siano dimenticati nella comunicazione o nella progettazione altri essenziali servizi tipo il frigorifero. Per la televisione, che pure non manca nelle baracche di latta, se non ci fosse sufficiente corrente non sarebbe male ché la televisione si assomiglia ormai in tutto il mondo e non è bello il modello con il quale ci si deve confrontare, seduti in 20 metri quadrati che sono tutta la tua casa.

Secondo le Nazioni Unite il 62% degli africani vive in slums e questa invenzione potrebbe essere d'aiuto per molti di loro. Invenzione, poi: si tratta di assumere un modello abitativo a standard accettabile - per gli altri, ovviamente - e svilupparlo un pochino. Detto che qui ora è atteso un rincaro dell'energia elettrica del 16% mentre Tandeka, il mio termine di paragone sulla realtà, è ormai il quinto anno che vive con la sua famiglia nella casetta in muratura e che si sveglia tutte le mattine alle 5 per riscaldare l'acqua per tutti in attesa che la Municipalità si decida e installare i pannelli solari promessi da quel dì. The Bill, please.

[lorella beretta]

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