Mandela, i reality show e la realtà
Per banalizzare bisogna che il sistema in cui ti inserisci ti chieda banalità. Non c'è niente di più banalizzate di un reality show: e ovviamente di come se ne parla. Anche, e forse soprattutto, quando le protagoniste sono due donne, per di più nipoti di un premio Nobel nonché icona mondiale - per sul serio, direbbe un qualsiasi burlone.
Le parole sono importanti e quelle scritte sui media - cartacei, catodici, interspaziali - ancora di più.
Così oggi si può leggere su un'importante testata italiana:
Un reality show nel nome di Mandela. È noto che il padre del Sudafrica coltivi un amore sfrenato per i suoi nipoti, dovuto anche al senso di colpa per aver passato in prigione gli anni in cui i suoi figli crescevano, ma mai ci si sarebbe potuto aspettare che l'anziano Madiba (il nome del clan con il quale è affettuosamente chiamato) potesse consentire a due dei suoi venti nipoti di girare un reality show in 13 puntate dal titolo Essere Mandela. Le due donne assicurano che nonno Madiba, l'eroe della liberazione, premio Nobel per la pace e icona vivente della lotta anti-apartheid, è in verità un appassionato di reality e telenovelas. «Lui guarderà lo show - giurano - anche se non vi prenderà parte. Rimarreste sorpresi nel vedere quanto gli piaccia Toddlers and Tiaras (un programma di concorsi di bellezza per bambini, ndr)». Nonna Winnie, che lasciò Mandela nel 1992 e che le nipoti chiamano la Grande Mamma, farà la sua comparsa nello show e non nasconde il suo entusiasmo per l'iniziativa.
I passaggi, e le citazioni, seguono un copione già tracciato da numerosi e numerosi articoli apparsi sui giornali e sui web sudafrica e inglesi (dove l'attenzione nei confronti del Sudafrica rimane più alta che altrove, e non sono per ragioni umanitarie o, potremmo dire, non profit). Non sarà magari copiato, ma diciamo che non c'è dentro un minimo di ricerca né di ragionamento critico.
E' vero, citando Mandela: il cammino verso la liberà è lungo. Soprattutto quella della mente.
Comunque.
Nonna Winnie farà la comparsa, o comparsata. Dipende da quello che vuoi dire. Sempre che tu voglia dire qualcosa di preciso e non come con quel "senso di colpa per aver passato in prigione gli anni in cui i sui figli crescevano". Il senso di colpa è un sentimento scatenato dalla percezione di non aver fatto volontariamente o scientemente o deliberatamente qualcosa previsto dalle regole sociali di una determinata società: Mandela non è stato in prigione 27 anni per sua scelta. Non ha senso di colpa. Ha rammarico, ha dispiacere. Non senso di colpa. Forse dolore, come quando gli vietarono nel 1969 di partecipare ai funerali di uno dei figli, morto in un incidente stradale. Il senso di colpa al massimo devono avercelo quelli che gli impedirono di fare tutto ciò.
Tant'è.
Il difficile rapporto tra Winnie e la famiglia Mandela invece è chiaro ed evidente: la ex moglie di Mandela non è per nulla rappresentativa del clan di Madiba né di lui direttamente. Winnie, andando allo show, non pone la ceralacca su una non dimostrata benevolenza di Mandela nei confronti del mettere in vetrina i fatti di famiglia, più o meno romanzati.
Winnie da anni ormai non solo è tenuta lontana dall'entourage di Mandela ma si è anche messa a fargli guerra dichiarata dentro il partito, l'ANC, e dentro la grande famiglia. Per ragioni politiche, per ragioni personali. Da anni accusa l'ex marito di aver tradito il popolo nero sudafricano, di promuovere attraverso la propria fondazione solo iniziative che permettano un arricchimento delle casse; a Desmond Tutu ha dato del cretino. Winnie Mandela, la cui figura è stata toccata ripetutamente da indagini relativi alla morte e sparizione di decine di ragazzi, dal 2010 ha investito una battaglia giudiziaria contro alcuni poliziotti che avevano osato fermare la sua macchina impegnata in una corsa ben oltre i limiti di velocità consentiti. Parlando di lei, la stampa sudafricana la definisce "controversial ex-wife": bisognerebbe tenerne conto, parlando di lei come di un membro rappresentativo della famiglia. Certo rimane pur sempre la "Big Mommy", cioè la Grandmother delle due protagoniste del serial tv, figlie di Zenani Mandela (di recente nominata Ambasciatore in Argentina) e del Principe dello Swaziland Thumbumuzi Dlamini.
L'opinione di Mandela, ormai lontano da tre anni dalla vita pubblica per motivi di salute, viene riportata dalle due sorelle come positiva e a testimoniarlo sarebbe, secondo le due, che vengono riportate nell'articolo dell'importante testata italiana: "Rimarrete sorpresi dal sapere che lui ama Toddlers and Tiarras*" . Già un po' sorpresi sì, si rimane. Chissà se han ragione. Un'altra nipote, dal primo matrimonio però, Ndleka Mandela risponde velenosa: "Io so che lui guarda National Geographic e alcuni nuovi canali, ma non se se guardi anche Toddlers&Tiaras*". Gossipcop.com ribatte con ancor più veleno.
In contemporanea alla messa in onda della fiction delle due nipotine, stasera su DsTV ci sarà la prima del documentario Miracle Rising: South Africa. Domani è l'anniversario della liberazione di Nelson Mandela: era l'11 febbraio 1990. La storia, dalla liberazione alle elezioni del 1994, sarà raccontata attraverso testimonianze politici, giornalisti, celebrità sudafricani e internazionali.
Il documentario sarà poi trasmesso dalle televisioni di 150 paesi, in più di 37 lingue.
*un programma di concorsi di bellezza per bambini
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