Mandela e la ritualita' Xhosa


Le scene di disperazione che i meanstream stile ammericano stanno facendo vedere a ogni collegamento son quei tipici siparietti che si allestiscono in maniera naturale appena compare una telecamera. Non credeteci. I Sudafricani veri sono troppo profondamente toccati dalle difficili condizioni di salute Nelson Mandela, per mettersi a urlare e piangere alle spalle di qualche corrispondente con la piega fresca.
Da un anno, quando Mandela ha cominciato a fare dentro e fuori dagli ospedali, i Sudafricani pregano per lui sapendo che e' anziano e malato e che ha dato tanto a questo paese e che ora e' giusto che possa riposare. “E noi dobbiamo seguire il suo percorso” aggiungono.
Questo e' il modo di aderire al piu' grosso dolore che il Sudafrica abbia mai provato: accompagnare Tata Madiba a prendere la giusta strada, con le preghiere e i canti, i canti e le preghiere. E gli avi.

I componenti anziani della famiglia e della comunita' sono molto importanti: per questo ieri erano all'incontro di Qunu, per questo continuano a stargli accanto in ospedale. Non solo perche' sono i saggi, ma anche perche' sono il tramite con gli "ancestors", gli avi, che stanno nell'aldila'. Ci si rivolge loro per  chiedere un aiuto nell'accompagnamento della persona cara verso la nuova casa; e ci si rivolge loro per chiedere tempo prima che cio' accada.

Perche' non ci sono solo gli aspetti logistici da organizzare - soprattutto legati alla sicurezza come in questo caso - ma anche una ritualita' rispettata con estremo rigore dalla comunita' Xhosa, cui appartiene Nelson Mandela. Il passaggio dalla terra al mondo degli avi, dal quale poi si tornera' per stare affianco alla propria gente, va celebrato nei tempi e nei modi dettati dagli anziani.

Le notizie oggi riportano di litigi nella famiglia circa il luogo della sepoltura, quando sara' il momento. Uno dei nipoti, Mandla, vorrebbe che cio' avenisse a Mvezo, dove Mandela nacque e dove lui, Mandla, e' autorita' superiore della comunita' Xhosa. Per tutti gli altri invece la sepoltura dovra' avvenire, quando sara' il momento, affianco alla casa di Qunu, il villaggio in cui Mandela crebbe e inizio' il suo lungo cammino verso la liberta'.

Quando sara' il momento, il funerale tradizionale Xhosa sara' il passaggio di piu' alto significato simbolico per i Sudafricani, al di la' delle personalita' internazionali che vi prenderanno parte diventandone protagonisti per qualche minuto.

Il funerale Xhosa e' un rito complesso e lungo. Per l'Icona della lotta all'Apartheid, per il primo Presidente nero, per l'Uomo che ha evitato al Sudafrica la probabile guerra civile, lo sara' all'ennesima potenza.

Cosi' un'anziana spiega il funerale Xhosa. E' importante sapere per capire cosa succedera'. Quando sara' il momento. 

“Avrete notato la casa insolitamente vuota per fare spazio a tutti quelli della famiglia che arrivano da ogniddove. Dobbiamo nutrirli, mentre siedono con noi per la sepoltura. Come sapete la maggior parte dei funerali si svolge il secondo sabato dopo la morte e il corpo verra' condotto alla casa poco prima del funerale. Tutti arrivano quel giorno quando alcune persone tengono un intervento.

Il giorno del funerale avrete visto i nostri anziani andare fuori, prendere una vacca e sgozzarla al mattino molto presto. Gli uomini cucinano la vacca in grosse pentole piene di acqua bollente e non aggiungono alcuna spezia. Poi si mangia la carne fuori dalla casa. Tutta la carne va finita prima che venga servito il resto del cibo.

I nostri anziani parlano a quel punto agli “ancestors”, gli avi, e per tutto quel tempo si rimane in religioso e serio silenzio. Le persone morte portano i nostri messaggi ai nostri avi perche' si ricordino di noi e non si dimentichino di perdonare i nostri peccati. E' in questo modo che accompagnamo le persone morte alla loro nuova casa. Le nostre preghiere li aiutano a trovare la strada. E' quello che noi chiamiano Umkapho.

Sulle tavole c'e' birra e carne e fiori e una candela bianca all'angolo della casa. La birra e la carne sono per gli avi. La candela accesa e' per scacciare gli spiriti cattivi. Questo e' uno dei motivi per i quali bruciamo l'imphepo (un'erba sudafricana utilizzata nelle cerimonie religiosi: viene bruciata e usata come incenso).
Noi non cremiamo i nostri morti. Li seppelliamo nella terra a cui appartengono cosi' che possano riunirsi con i loro avi e prendere riposo nella terra da cui sono nati. Nella tomba mettiamo anche cibo per loro, un bastone per camminare e altre cose che possono essere loro utili.

Poi il clan decide assieme quando deve durare l'Ukuzila, il lutto.

Gli anziani definiscono anche la durata – di solito tra i 6 mesi e l'anno – dell'Umbuyiso: si tratta del momento in cui celebriamo che la persona morta e' diventata ormai un ancestor, un avo, e deve tornare da noi per proteggerci.
Per accoglierlo, si sgozza un'altra vacca. Questo e' il momento in cui le donne cucinano carne con le spezie seguendo la stessa ricetta preferita dalla persona quand'era in vita. Questa volta tutti assieme mangiamo la carne dentro la casa e festeggiamo il suo ritorno al nostro fianco".

Lorella Beretta, Sudafrica

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