Eredita' Mandela: Malema in socialista e le speculazioni su Mandela
Malema e' il cattivo ragazzo della politica sudafricana. Ma come al solito qua e la' dice delle verita' fastidiose, in modo diretto e quindi chiaro. "Mandela avrebbe potuto essere ricoverato al Bara Hospital, sarebbe stata la testimonianza della fiducia nella nostra sanita' pubblica..." Nelson Mandela invece si trova in una clinica privata e quindi la sua e' una testimonianza del pessimo stato degli ospedali e della medicina in generale a cui la maggioranza dei sudafricani si rivolgono. Anzi, a cui spesso non si appellano perche', parole testuali "quando entri in uno dei nostri ospedali non sai se ne uscirai vivo...".
Malema ha ufficialmente presentato il suo partito, l'EFF, Economic Freedom Fighters. Malema e' un lottatore, un urlatore, vuole uno stato socialista, la ridistribuzione delle terre e delle miniere, di tutto cio' che tiene in piedi l'economia sudafricana, insomma. Proprio quello che non ha voluto fare Mandela che capi' l'importanza di avere un'economia forte.
Julius Malema e' uno dei tanti che si propone come erede politico di Mandela. Da qui alle elezioni presidenziali ne salteranno fuori tanti altri che si aggiungeranno a quelli gia' noti.
Ha gia' dovuto vendere due case e una farm per ripianare i debiti con lo Stato. Famoso anche per i suoi banchetti a base di sushi mangiati direttamente dai corpi mezzi nudi di modelle compiacenti, Malema si riscopre religioso e invoca il ritorno di Gesu' per riportare l'ANC sulla retta via.
Intanto Mandela si trova in ospedale, sempre attaccato alle macchine che gli permettono di respirare. Il New York Times si e' chiesto ieri chi decidera' quando staccare la spina. Oggi l'ex presidente Thabo Mbeki ha detto invece alla tv pubblica - l'unica non a pagamento e quindi vista dai piu' poveri del paese - che Mandela a breve tornera' a casa. Tra 5 giorni e' il suo 95imo compleanno. I festeggiamenti sono pronti. Presentati tre settimane fa, nonostante si dicesse che le condizioni di Mandela erano gravi.
Cosi' il racconto sulla Radio Svizzera Italiana, questa sera alle 18.30
Mandela che
sorride, che comunica con gli occhi, che risponde ai trattamenti.
Oggi l'ex presidente Thabo Mbeki alla tv pubblica sudafricana ha
addirittura detto che verra' dimesso a breve. Continuano le
dichiarazioni ottimistiche sulle condizioni di salute di Nelson
Mandela. Dopo le notizie che avevano fatto pensare all'imminente
morte, cosa sta accadendo davvero nel reparto di terapia intensiva di
Pretoria, dove l'icona dell'antiapartheid e' attaccato ai tubi che lo
aiutano a respirare? “Abbiamo molti pazienti che continuano il
trattamento con macchine anche a casa” spiega il dottor Martin
Langer, direttore della rianimazione all'Istituto dei Tumori di
Milano e capofila di una sperimentazione di trapianti in Sudafrica.
Impossibile dire altro, visto che le notizie sulle condizioni di
salute di Mandela sono vaghe e spesso contraddittorie. Tutto
materiale buono pero' per immaginifiche speculazioni dei media
internazionali, da giorni interessati a chi e quando decidera' lo
spegnimento degli apparati artificiali che aiutano Mandela a
sopravvivere. In assenza di testamento biologico, come pare sia il
caso, la vaga legge sudafricana delega ai medici la decisione al
momento della “cessazione delle attivita' cerebrali”. Ma la morte
del primo presidente nero del Sudafrica e' piu' una questione di
Stato che di scienza. Piu' legata all'eredita' patrimoniale e
politica sulle quali si stanno consumando guerre intestine sia nella
famiglia Mandela che dentro e fuori il suo partito, l'African
National Congress. Battaglie che si giocano sui giornali come in
Tribunale, mentre Mandela e' incosciente in ospedale, e che avranno
il loro apice il giorno della sua morte e molto probabilmente ancora
prima, fra 5 giorni, quando sara' il suo 95imo compleanno e in tutto
il mondo si celebrera' il Mandela Day voluto dall'Onu.
Da Citta' del Capo, Lorella Beretta
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