Il paese triste e felice che saluta il suo Tata Madiba



Turisti e stranieri si sono stupiti a vedere tanta compostezza: c'e' chi l'ha fatto diventare un'opinione pubblicando i propri sentimenti in rete dove amici e parenti li hanno fatti rimbalzare come fossero editoriali.
All'inizio anch'io mi sono resa conto dei toni perplessi mentre raccontavo in diretta - e prima della diretta - che insomma, era una giornata di lavoro e anzi, essendo venerdì, anche di long week end.
Non che un solo sudafricano non abbia dedicato un minuto di silenzio o anche qualcosa di piu', una preghiera, un ricordo, a Mandela, il padre della Nazione Arcobaleno. Ho una bella testimonianza di una  donna della mia eta', alta e bionda e dalla pelle lunare, arrivata con i due bambini e la domestica, nera: sembrava un po' la scena della famiglia di Francois Pieenar in Invictus, avete presente?



La domestica che gira per casa mentre loro parlano dell'incontro imminente tra il Capitano (degli Springboks) e il Presidente (del nuovo Sudafrica) e che chiede al biondino tutto muscoli di far presente a Tata che i mezzi pubblici non esistono, non bastano. Son passati vent'anni e non e' cambiato niente, ma questa e' un'altra storia: la manodopera gira su gremiti quanto pericolosi taxi collettivi. Ieri mattina se ne sono fermati alcuni, sulla strada del lavoro, sempre li, a rendere omaggio alla statua di Mandela davanti alla prigione Victor Verster di Paarl, dove il prigioniero 46664 trascorse gli ultimi diciotto mesi di trattative con l'ultimo presidente bianco, Frederik Willem De Klerk.

Ah, dicevo, la testimonianza della bionda e ricca: inascoltabile perche' "rovinata" dal vento del sud est che quando qui tira sposta anche le macchine (e' successo davvero alla mia che avevo lasciato senza freno a mano). Ma ricordando cosa Mandela ha fatto per il Sudafrica, lei piangeva. Aveva 20 anni quando lui usci da quel cancello, con Winnie per mano e il pugno alzato, e lo ando' a vedere con tutta la famiglia. Non c'e' persona di nessun colore ed eta' che abbia intervistato che a un certo punto non si sia messa a piangere.

Commozione ma non disperazione. Il Sudafrica canta e balla e prega. Da ieri ci sono 500 luoghi dove farlo assieme ad altri. Prima delle grandi celebrazioni a Johannesburg e a Pretoria. E poi a Qunu il 15, per il funerale. Comincia a riempirsi la lista dei VIP. Ma c'e' un aspetto piu' importante. Ve lo raccontero' a momento debito.

Intanto questo e' quello che succede oggi https://soundcloud.com/lorella-beretta/i-cant-say-he-is-dead

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