Bisogna essere indecenti, in Italia. E l'acqua pulita.



Bisogna essere indecenti, per fare carriera, in Italia. Dal più piccolo infimo riconoscimento a quello più alto e prestigioso: conosco gente che le spara grosse solo per farsi notare, pure se magari avrebbe cose più intelligenti da dire. Tutto attorno a ogni spritz e' un lamento, poi ci si adegua. Ho trattenuto a stento il desiderio di ribaltare il tavolo come nei film western, perché in questa società marcia e decadente si può essere laidi e immorali ma perdiana no, un gesto esuberante e rivoluzionario no.
Bisogna essere a modino, rivoltanti e disumani, ma a modino.
Fintamente felici e incapaci di andare all'essenza delle cose, prenderle in tutta la loro purezza e così conservarle. Gente di cui disfarsi, mi confermano i mille imprevisti incontri di questo viaggio in terra italiana.

Mentre tra inutili urli di indignazione borghese impotente e conservatrice - quelli che non potevano aiutare, facevano coraggio con gli urli [A.Manzoni] - un nuovo scostumato veniva assurto a prestigioso ruolo: l'ennesimo inquisito, condannato, indecente oratore che sbava parole grevi come soffiasse bolle di sapone profumate. Ecco, mentre l'indegnità veniva ancora promossa a valore,  per quei casi che la vita ti regala quando viaggi col naso all'insu' vivevo la fortunata esperienza di mangiare e chiacchierare con amici e un bravo e qualificato pittore e artista, nipote d'arte e non per questo premiato, anzi. Appassionato del dono che si e' ritrovato per nascita, Mauro Magni, nipote del più famoso regista Luigi, ha puro talento puro che a nulla serve senza la predisposizione a farsi giullari idioti di corti impudiche, senza il gusto perverso a manipolare e farsi manipolare. Si cammina per Trevignano Romano, bellissima sul piccolo lago di Bracciano, e s'incontra un altro artista, quel Gerald Bruneau che in questi giorni ha fatto parlare di se' in modo molto polemico per via di quelle foto ritoccate dei Bronzi di Riace, ma già allievo di Warhol e fotografo di Andreotti: Gerald chiama Mauro e si stringono la mano, si salutano con cordialità e ognuno continua sulla propria traiettoria. Magni mantiene il suo percorso senza arzigogoli: racconta storie che ancora si quantificano in lire e sogna luoghi dove esporre e insegnare. Sta lavorando ai suoi progetti più sociali, dipingendo la realtà e i suoi mali, così come ha fatto anche in due cortometraggi, uno crudele e uno poetico. Ma lui e' soprattutto pittore, con un laico spirito religioso e la tela trafitta dalle guerre che mai si placano. Su questo sta lavorando ora. Mentre parla di tutto con la magnificenza di quei guerrieri di bronzo, con la forza dell'autenticità delle persone pulite come l'acqua di questi Monti Sibillini ancora poco intaccati dall'uomo pavido contemporaneo. (LB)




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