Il Sudafrica non vuole problemi con la Cina: Dalai Lama (ancora) senza visto


Il Dalai Lama e l'Arcivescovo Desmond Tutu
Per ora si sa che il Dalai Lama ha annullato il suo viaggio in Sudafrica. I due premi Nobel per la pace Sudafricani, l'arcivescono Desmond Tutu e l'ex presidente Frederick De Klek, fanno sapere che il summit si trasformerà in un momento di protesta agli occhi del mondo, se il governo Zuma non consentirà al Dalai Lama di mettere piede nella Nazione Arcobaleno. Già nel 2011, quando il Dalai Lama fu bloccato per la seconda volta, Tutu accusò l'esecutivo di Pretoria di essere peggio dei fu governi dell'apartheid. 
Nel 2009 la Conferenza di Pace a Johannesburg venne cancellata sempre per il rifiuto del visto al Dalai Lama, trattato come e peggio di un dittatore. “Non ci sono motivi di questo atteggiamento e speriamo in un cambio di rotta del Governo Zuma”, dicono gli organizzatori del summit e la sindaca di Città del Capo, De Lille che ha chiesto lumi al Ministero degli Interni. Ma un motivo di questa chiusura al massimo esponente tibetano c'è ed è squisitamente politico, con la Cina sempre più protagonista dell'economia sudafricana, con i tentacoli nel settore minerario ed energetico, agricolo e produttivo, tramite appalti o assegnazioni dirette o semplici strette di mano con il presidente-amico Jacob Zuma. (testo servizio RG Radio Svizzera Italiana, 4 settembre 2014)

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